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Vorrei fare un discorso sulla Violenza, valutarla nei suoi aspetti più disparati.
Va da sé che il discorso sulla violenza assume una diversa caratteristica oggettiva e soggettiva a seconda che la violenza sia messa in atto dalla classe oppressa oppure dalla classe opprimente.
Per restare nel problema alquanto semplificato, non è possibile mettere sullo stesso piano la violenza del "Colono" e quella del "Colonizzato": la violenza del Colono contro il Colonizzato e la violenza del Colonizzato contro il violento Colono; le "due" violenze sono realtà nettamente da distinguere.
Infatti una realtà è la violenza del Ricco e un'altra realtà è la "violenza" del Povero, quando reagisce contro la radice del potere, quando tenta di riscattarsi dalla sua stessa violenza che si muove anch'essa contro i più deboli, che lo induce a scaricare, spesso il suo fallimento di vita contro gli infimi, riproponendo in eterno la causa del suo stesso fallimento, la sua stessa oppressione.
Certo la violenza del Povero che si vuole sostituire al Ricco, opprimendo coloro che sono più poveri o poveri pari a lui, ha la stessa natura della violenza del Ricco, perché esprime sentimenti di invidia, di sopraffazione, di risentimento, di vendetta.
Questa violenza rafforza la violenza del Ricco e ne diventa anch'essa responsabile.
Questa violenza-vendetta non esprime l'esigenza di un superamento totale e totalizzante del proprio stato di sfruttato e di sfruttatore, in quanto che il "risentimento" non si muove sul piano "gli Ultimi siano i Primi, e i Primi siano gli Ultimi, affinché non vi siano né Primi, né Ultimi".
Però, logica insegna, che altro è la violenza del "Ricco" il quale avrebbe molti mezzi a sua disposizione per agire con bellezza, con magnanimità, con misericordia, con pietà, in armonia col creato tutto quanto, e altro è la violenza del Servo il quale vive in una dimensione di maggior necessità, privo dei mezzi lucenti di razionalità, per cui le sue scelte sono meno libere, meno responsabili, generalmente di quelle del Ricco o di quelle di colui che è né Ricco né Povero, ma liberato dagli opposti antagonismi.
Ci è stato chiesto: "Visto che il Profetismo Moderno parla spesso di Dio vorrei sapere la vostra idea su Dio e che religione professate. Quale significato ha questa parola? Esistono altri Dei? Chi sono?" -
R. Nel momento in cui tu non sei, anche tu sei un Dio.
Vorrei però farti notare che il Profetismo Moderno ha sempre chiamato questa entità "La Grande Luce", ti spiegherò poi perché.
Ma veniamo a Dio.
Dio non è qualcosa di speciale; Dio è il nostro stesso essere.
Dio è la nostra stessa esistenza.
Quando vi dico che siete Dio, sto semplicemente dicendo che noi esistiamo, che tu esisti!
Nel nostro linguaggio l'Esistenza è Dio, sono sinonimi.
Noi affermiamo che anche gli alberi, gli animali sono Dio, come pure le stelle, e anche voi.
Certo, perfino tu che mi leggi, o che mi hai scritto sei Dio!
Forse non lo sapevate.
Voi potete non essere consapevoli della vostra essenza divina.
Noi ne siamo consapevoli!
Parliamo del decimo diritto: la Meritocrazia.
La democrazia ha fallito, prendiamone atto; abbiamo vissuto sotto molti tipi di governo: aristocratico, monarchico, città-stato democratiche e ora abbiamo visto il mondo intero fissarsi sull'idea di democrazia.
Ma la democrazia non ha mai risolto alcun problema, ne ha aggiunto nuovi.
Fu vedendo questi problemi che un uomo come Karl Marx immaginò una dittatura del proletariato.
Io non ne sono un sostenitore, ho un'altra idea, che oltrepassa di molto la democrazia.
Democrazia significa "governo che proviene dal popolo, del popolo, per il popolo." Parole!!
In India vivono novecento milioni di persone, e non solo in India, come possono novecento milioni di persone esercitare il potere?
Dovranno delegare a qualcuno. chi governa non è il popolo, ma le persone che il popolo pensa di scegliere?
Su che basi sceglie? Come scegliere?
E soprattutto, come fa il popolo a scegliere le persone giuste?
Siete forse stati preparati, educati a vivere una vita democratica?
No niente di tutto questo. Le masse ignoranti si possono facilmente manipolare con mezzi semplicissimi.
Siamo giunti alle ultime dichiarazioni del profeta "Nessuno", da non considerare oro colato, ma osservare e discutere, in aggiunta alla più conosciuta Dichiarazione dei Diritti Umani.
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà della parola e di credo e dalla libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo.
- Punto Nove: un Governo Mondiale
Io sono favorevole a un solo governo per il mondo intero.
In questo caso, non sarebbero più possibili guerre e non sarebbe più necessario tenere milioni di persone nelle caserme.
Questa gente potrebbe essere produttiva, potrebbe rendersi utile, e se si fondesse con il resto dell'umanità, ogni povertà scomparirebbe.
Oggi il settanta per cento del prodotto nazionale di ogni paese viene devoluto all'esercito, mentre il resto del paese si riduce a vivere con il trenta percento.
Se gli eserciti scomparissero, questo settanta per cento ritornerebbe ad essere disponibile per tutti.
La povertà non è inevitabile, i mendicanti non sono inevitabili!
Questi mendicanti, queste Etiopie, sono una nostra creazione.
Da un lato creiamo eserciti imponenti e dall'altro facciamo morire di fame migliaia di persone.
Questi eserciti non servono a nulla.
Sono semplici organizzazioni di killer professionisti, di criminali professionisti, gente addestrata al crimine.
E noi insegniamo a tutti gli uomini come si fa ad uccidere.
E parliamo di umanità, parliamo di civiltà... quando, ancora oggi, il settanta per cento delle nostre risorse viene devoluto per uccidere altri esseri umani.
Un solo governo mondiale sarebbe un cambiamento radicale, una rivoluzione. L'intero pianeta Terra ne trarrebbe beneficio.
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Secondo Il Profetismo
Adesso è bene che vi parli di come il Profetismo in rete concepisce i Diritti dell'Uomo; vi parlerò della Nostra Dichiarazione dei Diritti dell'uomo.
In fondo la D. D. dell'Uomo evidenzia il fatto che l'umanità vive ancora soggetta a molte forme di schiavitù.
Altrimenti non occorrerebbe una Dichiarazione. La stessa necessità di averla, dimostra che l'uomo per migliaia di anni è stato ingannato.
Ed è stato ingannato in maniera così astuta, che solo elevandosi al di sopra dell'umanità si possono vincere le catene invisibili che lo imprigionano, i limiti e le carceri invisibili in cui è costretto.
La "nostra" dichiarazione comprende dieci punti fondamentali.
- Il primo è la Vita
L'uomo ha diritto alla dignità di crescere per poter sbocciare fino alla sua fioritura suprema.
Perché questa fioritura è un suo diritto. L'uomo nasce sotto forma di seme (ovulo e spermatozoo) ma la società non gli fornisce il terreno adatto, le giuste attenzioni, un'atmosfera d'amore.
Al contrario, la società ha creato un'atmosfera profondamente avvelenata, carica di rabbia, odio, distruzione, violenza, guerre.
Se la società vuol vivere meglio deve partorire l'Uomo Nuovo, ci vuole un sostanziale mutamento del carattere umano, vale a dire un passaggio di preponderanza, ossia dare maggior forza e importanza alla modalità dell'essere anziché alla modalità dell'avere nella forma più egoistica del termine, al fine di salvarci dalla catastrofe psicologica ed economica per il bene comune.
Bisogna chiedersi se è davvero possibile una trasformazione caratteriale su vasta scala e nel caso sia possibile ci domandiamo, come produrla.
Ecco che ci viene in aiuto anche il Profetismo in larga scala sulla rete, perché più persone prendano atto sul da farsi.
A mio giudizio, il carattere umano, se si vuole far evolvere la componente sociale di massa, può mutare a patto che sussistono le seguenti condizioni.
La Vittoria - La Presenza della Grande Luce
Questo sito internet è stato forgiato come si forma un essere magico, come la "lampada di Aladino", come opera d'alchimista che modifica se stesso e il mondo, mentre modifica la "materia", come specchio di me stesso nel mondo e specchio del mondo in me stesso.
Ovvero è stato plasmato alla stessa maniera dell'opera di uno sciamano, il quale trae dal legno il suo amuleto, la sua spada vincente e vivente; il magico "Pinocchio".
Così è stata forgiata la bacchetta magica, la verga di potenza di Mosè e di Aronne; cioè forgiamo, creiamo da pensieri e mani, da mani invisibili, il vostro scudo e la vostra lancia di potere sovrano.
Così, si forma, come lo sciamano, dal "legno e dall'argilla", come nuova creatura, rinnovato profeta moderno, creatura di luce, la "Maschera", l'armonia con il vostro "Doppio", la sfida di vittoria contro i potenti, questo è il potere del pensiero e della parola attraverso la rete, ed è la sfida di vittoria contro i "Potenti" i "Dominanti", ed è un banchetto d'amore con i "Poveri" dell'universo intero, dona spirito a chi è "povero di spirito" è stanco di combattere.
Sappiamo quanto le parole siano importanti, nel nome sacro, nel suono primordiale si nasconderebbe la potenza dell'essere e la sua possibile creazione.
Ciò significa che esisterebbero parole che creano, esisterebbero in date condizioni immagini sonore che creano.
Mi si concede allora di evocare la parola Pace, nella lingua considerata sacra: Shalom, pace, deriva dal verbo, Shalem che può essere tradotto con "Essere Completo".
Pace evoca unità nella completezza, ossia Unione d'Amore, cioè la totalità senza confini, evoca il Tempo del Compimento dell'Opera che è tempo di allegrezza e di estasi.
Pace evoca la visione animica della totalità del mondo con l'unità della vita tutta. Il verbo: Shalem, comune con un'altra lingua sacra, quella coranica, evoca la forza e la legge del cerchio, fonte di ogni forma, dove non vi è chi vale di più o chi vale meno, chi ha di più e chi ha di meno; nel cerchio non vi sono posti di preminenza e posti di minore valore, questo vale anche nel concetto di pace.
Suonano potenti le parole di Isaia.
Ascoltiamole, esse rivelano la natura del Profetismo: "Il vero culto a Dio è spezzare il giogo posto sul collo degli oppressi e dare libertà agli schiavi, dividere il pane con il povero, alloggiare l'infelice senza casa e pronto per il prossimo... La tua giustizia ti procederà e la forza dell'Eterno sarà la tua retroguardia... Se lotti per la libertà, se sradichi ogni tipo di sfruttamento e ti togli dal pensiero invidioso ed il parlare maligno e il gesto minaccioso, arrogante. Se l'anima tua va incontro ai bisogni del debole e sazi l'anima afflitta, la tua luce si leverà nelle tenebre... E sarete chiamati guaritori, riscopritori di sentimenti per rendere gli esseri felici..." Bibbia; Profeta Isaia: 58.
Amici del "profetismo moderno" lasciamoci prendere dal cantico di Isaia, entriamo nella sua realtà evocativa e riconosciamo la giustizia, il potente augurio di libertà.
Sappiamo comunque che nella realtà della terra, l'ingiustizia prevale ed il giusto viene il più delle volte: ucciso, perseguitato, ingannato.
Avviene tutto il contrario: il giusto, colui che si comporta con libertà e conoscenza, viene crocifisso.
Quanti giusti ancora dovranno passare sulla croce, prima di risorgere nella gloria della loro Luce?
Ma noi sappiamo che la visione di Isaia risponde ad un bisogno di giustizia, risponde ad un bisogno di verità; le parole di Isaia sono vere, animicamente parlando.
Ma noi sappiamo che il comportamento giusto, di cui parla Isaia, riceverà la sua ricompensa in maniera incommensurabile.
Ma noi siamo chiamati a far sì che le parole di Isaia sempre si realizzano, in ogni dove.
Siamo chiamati ad essere nel contempo il "Giusto e l'Eterno".
Ma come possiamo far avvenire ciò se siamo così impotenti, e siamo così contraddittori e fragili nelle nostre insignificanti azioni?
Innanzi tutto dobbiamo fare nostra la visione del Profeta, nostra con tutta la nostra mente e con tutto il nostro corpo.
Questa visione opererà in noi trasformandoci da semplici sudditi, in autentici sovrani, in autentici "Cavalieri della Tavola Rotonda".
Sappiamo che "Nessuno può vedere il Regno di Dio se non nasce di nuovo" (Evangelo).
E quel nascere di nuovo passa attraverso l'inevitabile morte: "Passione-Morte, Rinascita-Resurrezione"; ma un conto è arrivare all'Ade, alla Morte (reale o simbolica), preparati da una potente iniziazione, protetti da una potente visione, e un conto arrivarci preparati dalla grettezza di una piccola visione, dalla grettezza-proprietà di una realtà "Servo-Padrone".
Noi dobbiamo di conseguenza operare e sognare affinché i Giusti che, per amor di Giustizia, sono stati umiliati e massacrati, abbiano la loro resurrezione dovunque, in noi e fuori di noi, affinché il "sacrificio di Abele", il giusto, si trasformi nella "resurrezione di Abele".
Il cantico di Isaia non si deve trasformare in frustrazione, in beffa, in illusione, in dissociazione, in un "mai che non sarà", ma in "un mai che diventa oggi".
Ed è per questo che andiamo a ricercare la verità... dovunque si trovi.
La Presa di Coscienza che siamo educati ad accettare il dolore - L'amore per la paura.
Il rapporto "ricco - povero"; "servo - padrone" divide tutti, divide soprattutto le coscienze di coloro che hanno interesse alla distruzione di quel rapporto.
La saggezza profetica Biblica esprime bene questa situazione: "In uno Stato di oppressione anche un saggio diviene stolto" (Ecclesiaste 6-7) è soprattutto la paura che piega anche le coscienze più forti...